A bordo del Norman Atlantic – 12 giugno 2015

Avv. Massimiliano Gabrielli a bordo del norman atlantic Friday the 12th of June 2015, together with the experts appointed by the Criminal Court of Bari, consultants of parties in disputes and my colleagues, we did the first official site inspection on the ship Norman Atlantic, burned down December 28, 2014 off the coast of Albania, while on its way from Greece to Italy. The ship is being sealed in custody for over six months, and after being towed from Tirana to Brindisi, and then to Bari, has been moored in the cruise dock of Bari port. Inside, remained the cars and trucks carrying the goods and all the belongings of the passengers, escaped from death, unfortunately not all, on board of the helicopters and with the few ferry’s means of saving. Everything that was not carbonized by the fire, which reached temperatures above 900 Celsius degrees (it melted aluminum wheels of the cars), has rotted under the heat of the sun; in the enclosed decks to reach the main brigde, we walked in total darkness between smelly sewage, fumes of dioxin, deformed walls, insects and rusty irons, in high danger conditions.

Foto 12-06-15 08 48 11Once we reached the higher opened deck, where passengers found refuge and were trapped for nearly three days in extreme weather surroundings (7-8 sea force, with waves of six meters and freezing winds over 50 km/h) and dreadful psycho-physical conditions, caught between the fire beneath them – melting the soles of their shoes, and the jets of icy water sprayed from the tug boats, we realized perfectly that these ships are death traps from which, in the event of a real emergency, it is impossible to escape. To save more than 500 persons on board were present only two lifeboats and some inflatable liferaft, to be reached sliding in a tube along the 25 meters of the ship’s side, adrift and on fire. Too bad that the red hot steel flank and flames melted the tube, and a man remained stuck inside, while on starboard side, the lifeboat and the tube were reduced to ashes even before they could be prepared for disembarking.

ponet esterno norman atlanticBeyond the technical aspects, regarding the investigations about the causes of the fire, on the ship’s malfunction and the behavior of the crew in the early stages of the emergency, the inspection of the ship has been helpful for us lawyers to better understand the tragedy experienced by our clients. Compared to the inspection on board of the Costa Concordia, which offered us, at distance of two years from the wreck, a kind of immediate snapshot of the moment when the passengers left everything and fled through the giant ship that ended up half under water – which is why I defined it as a modern Pompeii, on the upper deck of the Norman Atlantic we had the feeling of endless time of waiting for help, we found objects that passengers have used for the days in which they were trapped on board, the notebook with the drawings used to keep the kids occupied, blankets, a few bottles of water, bags and shoes of women, abandoned since then; everything else, in passenger’s cabins and lower decks, was reduced to ashes or buried inside the rusty carcasses of burned cars and trucks, along with the bodies of other passengers and clandestine still missing.

The shipping company has requested to delete the logo ANEK LINES from the side of the ship, considered embarrassing and damaging to their commercial image. Certainly it would also like to erase the memory of the tragedy and of the dead, but this will not happen. We lawyers of the victims are here for this, and after this strong experience we will know how to make it even better. The trial will bring light on the ferry industry, ships of shame, and on responsibilities for malfunctions, which are to be found also in the too easy system of controls on ships by the relevant authorities.

Avv. Massimiliano Gabrielli


Foto 12-06-15 09 56 20Il 12 giugno con i miei colleghi di Giustizia per la Concordia, Alessandra Guarini e Massimiliano Gabrielli, sono salito a bordo di quello che resta del Norman Atlantic per eseguire coi periti incaricati dal Tribunale e con i consulenti delle parti il primo sopralluogo sulle condizioni della nave. Siamo entrati da un passaggio – il c.d. accesso del pilota – che dalla fiancata sinistra della nave permette di attraversare una parte del ponte 1 per poi accedere ai ponti superiori con una delle scale posizionate all’interno dei ponti carico. Immediatamente entrati siamo letteralmente assaliti da un fetore indescrivibile di fumo, di putredine e di carburante che ti entra nel naso e in gola nonostante le mascherine che tutti noi portiamo.

Foto 12-06-15 10 04 25Il buio all’interno é totale e ci si può muovere solo usando torce elettriche che ognuno di noi porta con se… nonostante le torce il percorso é veramente pericolosissimo perché camminiamo attraverso carcasse contorte di camion completamente bruciati e gli spazi sono assolutamente angusti. Non solo: il pavimento é esso stesso contorto per essere stato deformato dal calore, scivoloso per essere ricoperto di poltiglia di olio e carburante e acqua e comunque disseminato di detriti metallici. Si sentono anche le mosche, tante, grosse, che ti seguono ovunque in quei meandri bui e rumori di ferraglia che si muove, scricchiola, e si intravvede qualche piccolo animale che scappa al nostro arrivo. Il percorso che ci viene indicato dai militari della guardia costiera che ci accompagnano é assolutamente caotico e si ha l’impressione che nemmeno loro sappiano effettivamente quale strada pigliare tanto che alcune delle persone che mi precedevano prenderanno una strada diversa da quella che il militare che avevo più vicino mi indicava.

Foto 12-06-15 09 35 16Finalmente, dopo avere salito due ponti attraverso scale buie e scivolose dove tutto era coperto da viscidume e dal nero fumo che permea quasi del tutto l’interno della Norman, spuntiamo in uno spazio aperto dove vediamo direttamente le condizioni del ponte e delle auto che erano state li posteggiate: il pavimento, come all’interno, é tutto contorto per il calore che si era sviluppato e la vernice che lo ricopriva é bruciata così che é quasi tutto color ruggine. Le auto sono solo degli scheletri e addirittura vediamo che i cerchioni si sono completamente fusi…uno dei consulenti che erano con noi ci dice che l’alluminio fonde a 900 gradi! Questa, dunque, é la temperatura infernale che almeno è stata raggiunta, addirittura all’aperto! Curiosamente – ci dicono che sarebbe dipeso dallo sbandamento che comunque la nave ha subito – le carcasse delle auto si sono ammassate tutte verso il lato dritto della nave. In maniera inspiegabile vediamo due auto – una Porsche e una Volvo – targate Grecia – sul ponte all’aperto, posizionate sul lato sinistro, che si sono salvate senza apparentemente subire alcun danno.

Foto 12-06-15 09 37 02Sempre sul lato a dritta possiamo vedere quello che rimane delle due scialuppe di salvataggio che non sono state calate a mare (l’incendio si era sviluppato da quella parte e evidentemente non fu possibile sbracciarle): non esistono più, sono completamente polverizzate e inspiegabilmente vediamo all’interno di esse ancora intatte le buste delle razioni di emergenza. Fortunatamente riusciamo a salire al ponte quattro e al cinque senza la necessità di dover rientrare nel ventre nero delle nave: dall’esterno per essere tutte le vetrate esplose per il calore si vedono comunque i resti dei saloni interni che risultano completamente carbonizzati. L’odore tremendo che esce da quelle sale fa presumere che lá ci possano ancora essere dei resti umani.

Foto 12-06-15 10 57 28Accediamo alla plancia di comando dove troviamo un ambiente che, salvo la parte centrale adiacente alla safety room che risulta del tutto bruciata (e anche il soffitto li é deformato dal calore), é cristallizzata ai momenti concitati dell’emergenza. Con Alessandra e Massimiliano ci aggiriamo attoniti in quel l’ambiente che ci ricorda drammaticamente il nostro accesso al ponte di comando della Concordia: lo stesso abbandono e lo stesso senso di tragedia che abbiamo respirato anche lá. Carte buttate ovunque, telefoni abbandonati, sediole rovesciate, il caos di chi evidentemente non ha potuto o saputo dominare quello che stava accadendo.

Foto 12-06-15 09 21 59Dal punto di vista tecnico pare di intendere che i periti e i consulenti siano orientati a ritenere che la causa dell’incendio sia da attribuire ad un camion che trasportava derrate alimentari e che non era stato attaccato alla rete elettrica di bordo…il perché é facile da intuire: troppi camion e autobus erano stati stipati contemporaneamente sul Norman e non c’era più abbastanza spazio per poter fare attaccare alla rete di bordo tutti quanti così causandosi il pericolo di scintille dai motori accesi che avrebbero potuto innescare il focolaio di un incendio. Altro punto da verificarsi é perché gli impianti antincendio non lo abbiano spento: i tecnici stanno verificando che i serbatoi del diesel che alimenta il DGE e l’impianto sono praticamente pieni. Ciò segnala che non sarebbero stati utilizzati fino in fondo e quindi rimane da capire se sia stata una scelta cosciente quella di evitare di usare gli impianti o se invece non abbiano funzionato e perché.

A noi rimane quel senso di orrore per quello che abbiamo veduto, mischiato all’umana pietá per quelli, tutti, che hanno avuto la sfortuna di essere a bordo di quella trappola mortale che non solo é stata usata per evidentemente potersi ottenere il massimo profitto possibile (ed eccessivo) dal carico di troppi automezzi stipati all’inverosimile ma che nemmeno ha funzionato nei propri sistemi di emergenza essenziali per carenze tecniche e per la palese impreparazione del personale di bordo che, oltretutto, si é macchiato della colpa peggiore di avere abbandonato al proprio destino le persone a loro affidate. Cercheremo di fare luce su tutte le manchevolezze, le colpe e le impreparazioni che si sono verificate per amore di verità e per sete di Giustizia, Giustizia per il Norman Atlantic. Con ancora nelle narici e in gola l’odore della morte che promana da quel girone infernale che é stato il Norman.

Cesare G. Bulgheroni


avvocati Alessandra Guarini, Cesare Bulgheroni e Massimiliano GabrielliIl sopralluogo è stato difficile e pericoloso. Siamo saliti al buio, passando attraverso le carcasse bruciate dei tanti mezzi stipati a bordo, in spazi angusti e pericolanti. Abbiamo tutti immediatamente compreso che il carico era eccessivo! L’aria era irrespirabile ed insalubre! Ogni parte della nave è deformata dalle fiamme e le superfici sono sconnesse e scivolose. Con i periti e i consulenti abbiamo cercato ogni elemento utile a ricostruire le cause dell’incendio e del perché i dispositivi di sicurezza non abbiano funzionato. Rimane il “mistero” della scatola nera e dei dati mancanti: il disco interno recuperato dalla nave é bruciato mentre quello esterno, contenuto nella capsula galleggiante, é stato oggetto di una attività di lettura nella fase delle indagini, eseguita senza che venisse fatta una copia forense e con conseguente alterazione dell’originale. Ad oggi mancano proprio i files audio, fondamentali per ricostruire quanto accaduto a bordo la notte dell’incendio! Per questo abbiamo chiesto ai periti di verificare ogni circostanza utile ad escludere eventuali manomissioni.

Foto 12-06-15 09 41 52Ho visto molto orrore dentro quella nave completamente divorata dalle fiamme. Ho visto sul ponte più alto le paratie dove per giorni hanno trovato riparo i naufraghi in attesa dei soccorsi. Ho visto gli zaini dei bambini, i blocchi e le matite usati per distrarli dalla tragedia che stavano vivendo. Siamo rimasti stupiti della richiesta della società Anek Line di cancellare il logo ancora visibile sul fianco del relitto per evitare pubblicità negativa, visto che proprio davanti a quel molo attraccano le grandi navi da Crociera! Ma non riusciranno a cancellare la memoria della tragedia e delle vittime!  L’avv. Massimiliano Gabrielli, l’Avv. Cesare Bukgheroni ed io del legal team “Giustizia per il Norman Atlantic” non dimenticheremo i passeggeri e nemmeno ciò che abbiamo visto e respirato tra quelle lamiere contorte. Staremo a fianco delle vittime affinché la verità sia accertata e i colpevoli puniti!

Avv. Alessandra Guarini


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